L’odio
di Mathieu Kassovitz
(Francia, 1995, 95’)
Soggetto e sceneggiatura: Mathieu Kassovitz, fotografia: Pierre Aïm, montaggio: Mathieu Kassovitz, Scott Stevenson, scenografia: Giuseppe Ponturo, musiche: Vincent Tulli, con Vincent Cassel, Hubert Koundé, Saïd Taghmaoui, Marc Duret, Karim Belkhadra, Abdel Ahmed Ghili, Édouard Montoute, François Levantal, Solo Dicko, Mathieu Kassovitz, Benoît Magimel, Vincent Lindon, Karin Viard. Produzione: Canal+, Cofinergie 6, Egg Pictures, Les Productions Lazennec; Distribuzione: Mikado Film.
La storia è ambientata nella banlieu di Parigi, scossa dalle rivolte notturne che hanno portato all’arresto di Abdel, barbaramente pestato dagli agenti. Lo spaccone di origine ebraica Vinz (Vincet Cassel), l’africano pugile dilettante Hubert (Hubert Kondé) e l’irrequieto magrebino Saïd (Saïd Taghmaoui) vivono il clima di tensione nell’attesa di nuove notizie sulla condizione del loro compagno. La morte del ragazzo, infatti, potrebbe scatenare una vera e propria rivolta contro le forze dell’ordine, che sono oramai il nemico assoluto nella disastrata periferia.Vinz, alla continua ricerca del rispetto dei suoi compagni, entra in possesso di una pistola, smarrita accidentalmente da un poliziotto, ed è deciso a ribellarsi e a vendicare Abdel. La sera, Hubert e Vinz si offrono di accompagnare Saïd in città, per aiutare l’amico a recuperare i suoi soldi e per assistere ad un incontro gratuito di boxe.Sotto la facciata accogliente della Parigi notturna, tuttavia, si celano insidiosi pericoli per dei ragazzi della periferia. La serata è segnata dall’arresto di Hubert e Vinz, che devono sottostare ai metodi poco ortodossi degli agenti, e dall’incontro con un gruppo di naziskin che li prende di mira. La pistola rubata da Vinz sarà essenziale per la loro salvezza ma, quando sopraggiunge la notizia della morte di Abdel, Vinz dimostrerà di non essere pronto a prendere una via senza ritorno. La pistola passa, così, nelle mani di Hubert. Mentre la tensione e l’odio crescono, Vinz, Saïd e Hubert fanno ritorno alla banlieu. Qui, l’incontro con un poliziotto in borghese cambierà per sempre le sorti dei tre amici.
Mathieu Kassovitz
Nato da una famiglia di cineasti, esordisce come attore appena undicenne nel film Au bout du bout du banc, diretto dal padre Peter, a cui seguono altre sporadiche apparizioni come attore. A diciassette anni lascia la scuola e inizia a lavorare come assistente alla regia. Dopo aver diretto alcuni cortometraggi, tra cui Cauchemar blanc (1991), premiato a Cannes, nel 1993 esordisce nel lungometraggio con Meticcio, che gli vale due nomination ai Premi César, per la miglior opera prima e come miglior promessa maschile. Dopo aver vinto il Premio César come miglior promessa maschile e il Premio Jean Gabin per la sua interpretazione in Regarde les hommes tomber (1994) di Jacques Audiard, raggiunge la consacrazione come uno dei più promettenti giovani autori del cinema francese con la sua opera seconda da regista, La haine (L’odio,1995), che vince il premio per la migliore regia al 48º Festival di Cannes e tre Premi César, per il miglior film, miglior montaggio e miglior produttore (su un totale di undici nomination, tra cui quelle per miglior regista e miglior sceneggiatura). In seguito ha continuato a portare avanti parallelamente l’attività dietro la macchina da presa e quella di attore, al servizio di registi importanti come Jean-Pierre Jeunet (Il favoloso mondo di Amélie), Costa-Gavras (Amen, interpretazione che gli ha valso una nomination ai Premi César come miglior attore) e Steven Spielberg (Munich).
Meticcio (Métisse, 1993), L’odio (La haine, 1995), Assassin(s) (1997), I fiumi di porpora (Les Rivières pourpres, 2000), Gothika (2003), Babylon A.D. (2008), Rebellion – Un atto di guerra (L’ordre et la morale, 2011)