CARO DIARIO

NANNI MORETTI

EVENTO SPECIALE

Sabato 3 luglio 2021 Cinema America ore 17.30
Sabato 3 luglio 2021 Cortile Maggiore di Palazzo Ducale ore 21.00

Nel 2019 il capolavoro di Nanni Moretti Caro Diario è stato restaurato da StudioCanal e dalla Fondazione Cineteca di Bologna a partire dal negativo scena originale, un internegativo d’epoca per i titoli di testa e dal magnetico originale per il suono. Le lavorazioni sono state effettuate presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna. In occasione dell’uscita di questa versione restaurata del film, Genova Reloaded ne ripropone la visione preceduta da un imperdibile récital di Nanni Moretti che leggerà al pubblico I Diari di Caro Diario, uno spettacolo che il regista ha allestito per accompagnare la versione restaurata del suo capolavoro; un’ora di narrazione che alterna momenti drammatici, comici e poetici legati alla realizzazione del film.

Prima di entrambe le proiezioni Nanni Moretti legge I DIARI DI CARO DIARIO (50’)

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CARO DIARIO

di Nanni Moretti
Italia, Francia, 1993, 101’

Soggetto e sceneggiatura: Nanni Moretti.
Fotografia: Giuseppe Lanci.
Montaggio: Mirco Garrone.
Scenografia: Marta Maffucci.
Musica: Nicola Piovani.
Interpreti: Nanni Moretti (Nanni), Renato Carpentieri (Gerardo), Antonio Neiwiller (il sindaco di Stromboli), Claudia Della Seta (donna seconda coppia), Lorenzo Alessandri (uomo seconda coppia), Raffaella Lebboroni (donna prima coppia), Marco Paolini (uomo prima coppia), Moni Ovadia (Lucio).
Produzione: Angelo Barbagallo, Nanni Moretti e Nella Banfi per Sacher Film, Banfilm, La Sept Cinéma.
Una produzione Sacher Film.
Distribuzione: Cineteca di Bologna.

Diviso in tre capitoli autonomi e complementari (In vespa, Isole e Medici), Caro Diario rimane, a quasi trent’anni dalla sua prima uscita in sala, un sorprendente oggetto estraneo di un autore unico del nostro cinema. Per Nanni Moretti, “splendido quarantenne” , è un punto di svolta: dopo la crisi ideologica di Palombella rossa, il “leone di Monteverde” abbandona il suo alter ego Michele Apicella e porta sullo schermo se stesso, senza filtri, dalle gite in vespa nella Roma agostana deserta fino alla sua, reale, malattia. Un’autobiografia collettiva, dove le ossessioni personali del regista – il passato, le case, il ballo, i (cattivi) critici… – si fondono con quelle di un paese intero, incapace di ricordare, di comunicare, di ascoltare, di capire. Divertentissimo, colmo di indimenticabili tormentoni morettiani, ma capace anche di momenti di autentica commozione (la lunga scena del pellegrinaggio verso il luogo dove morì Pasolini). Premio per la regia al festival di Cannes 1994.



UN FILM PER CASO
Ho iniziato a girare Caro diario senza rendermi conto che avevo appena iniziato a girare il mio nuovo film. Alla fine del 1991 avevo in mente un soggetto che assomigliava di più ai miei film precedenti, un film in cui c’era il personaggio di Michele. Ho cominciato a lavorare su questo progetto; però a un certo punto non mi convinceva più e ho abbandonato l’idea. Decido allora di girare una specie di diario, un film a basso costo, sei o sette episodi di dieci-quindici minuti. Ne parlo col mio socio Angelo Barbagallo, gli dico che dobbiamo fare in modo che il film costi poco, con una troupe ridotta […]. Durante quattro o cinque mesi, all’inizio del 1992, lavoro su questo progetto. In realtà gioco quasi sempre a tennis, non riesco ad andare avanti. In primavera riprendo invece il mio vecchio soggetto, la storia di uno psicoanalista che vive alle Eolie. Comincio a scrivere la sceneggiatura e faccio i primi sopralluoghi. In agosto, mentre sono in vacanza in Sardegna, mi viene voglia di tornare a Roma: mi piace Roma d’estate. Roma era deserta, come sempre d’agosto. Dico ad Angelo Barbagallo che voglio girare un cortometraggio – io che passeggio in Vespa per le vie di Roma –, un cortometraggio da proiettare soltanto nel cinema che abbiamo aperto a Roma l’anno prima, il Nuovo Sacher. In autunno dovevamo programmare In the Soup, di Alexander Rockwell, e io dico ad Angelo che potremmo presentare il mio cortometraggio prima del film. Giro durante due week-end, verso fine agosto, inizio settembre. Vado in proiezione e quando vedo il materiale girato, mi accorgo che quella libertà narrativa e quel tono sono più vicini a ciò che ho voglia di fare in quel momento, tanto più che non riesco ad andare avanti con l’altro film più tradizionale.

Nanni Moretti


Nanni Moretti
Brunico, 1953, è cresciuto a Roma, diventata a tutti gli effetti la sua città d’adozione. Già adolescente coltiva due grandi passioni: il cinema e la pallanuoto. Nel corso della giovinezza, Moretti gioca in serie A con la S.S. Lazio Nuoto e nel 1970 approda perfino alla nazionale giovanile di pallanuoto. Ma, una volta terminato il liceo, Moretti decide che la sua vera strada è quella del cinema; vende allora la sua collezione di francobolli e acquista una cinepresa in Super8 e nel 1973 gira due cortometraggi fortemente influenzati dal clima di quegli anni e dalle sue esperienze politiche nella sinistra extraparlamentare: La sconfitta, storia di un ex sessantottino in crisi, e Paté de bourgeois, storia di una coppia in crisi. Del 1974 è il mediometraggio Come parli frate?, reinterpretazione de “I promessi sposi” raccontata dal punto di vista di Don Rodrigo.
Tre anni dopo realizza il suo primo lungometraggio Io sono un autarchico di cui lo stesso regista è protagonista nei panni di Michele Apicella, alter ego che utilizzerà poi in numerosi altri film. Il film tratta dei rapporti interpersonali, degli amori e delle delusioni della generazione del post-68. Nel 1978 esce Ecce Bombo. Girato con mezzi professionali, in 16mm, il film, presentato in concorso al Festival di Cannes, ottenne un grande successo di pubblico. Dopo il fortunato Ecce Bombo sono seguiti altri film sempre di buon successo come Sogni d’oro (1981, Leone d’Oro a Venezia), Bianca (1983), La messa è finita (1985, Orso d’Argento a Berlino), Palombella rossa (1989) e uno dei capolavori assoluti del cinema italiano, Caro Diario (1993, premio per la migliore regia a Cannes), Aprile (1998), e La stanza del figlio (2001, Palma d’oro al Festival di Cannes).
Dopo Il caimano (2006) – ispirato alla figura di Silvio Berlusconi e presentato nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche dello stesso anno – è protagonista e sceneggiatore di Caos Calmo (2008), per la regia di Antonello Grimaldi.
Il suo undicesimo film, girato a Roma e presentato in concorso al festival di Cannes, è Habemus Papam che racconta di un pontefice neoeletto che non se la sente di affrontare quella responsabilità. Sulla Croisette Moretti torna anche l’anno successivo come Presidente di Giuria, e a fine festival viene nominato Commandeur de l’ordre des Arts et Lettres dal ministro della cultura francese.
Nel 2015 esce Mia madre, presentato in concorso al Festival di Cannes. Nel 2018 esce al cinema il suo film documentario Santiago, Italia, di cui è anche interprete, sceneggiatore e produttore. Il film racconta il ruolo dell’ambasciata italiana durante il regime del generale Pinochet.
Nel 2020 gira Tre piani, tratto dal romanzo di Eshkol Nevo con cui, per l’ottava volta concorrerà per la Palma d’Oro al Festival di Cannes.