Diretto e interpretato da Elio Germano
Regia Elio Germano e Omar Rashid
Produzione Gold –Infinito Riccione Teatro
Tratto dallo spettacolo teatrale “La mia battaglia”, diretto e interpretato da Elio Germano, prodotto da Pierfrancesco Pisani, scritto da Elio Germano e Chiara Lagani
Film in realtà virtuale – Durata 70’
Ospite: Omar Rashid
Venerdì 10 luglio
ore 14.00 -17.40 Circuito Sivori, salita S. Caterina 12
ore 21.30 Cortile Maggiore Palazzo Ducale, piazza Matteotti 9
Nel cinema più antico d’Italia, che ha ospitato i fratelli Lumière nel 1896, va in scena la realtà virtuale. Al Sivori di salita Santa Caterina da venerdì 10 a domenica 12 luglio 2020 il festival Genova Reloaded, prodotto da Circuito con la direzione artistica di Giorgio Viaro, prosegue con Segnale d’allarme. La mia battaglia VR, che solo venerdì alle ore 21,30 è in programmazione presso l’arena estiva di Palazzo Ducale e presentato dal regista Omar Rashid, intervistato da Viaro. Chi vuole provare l’esperienza di una fruizione immersiva tridimensionale, vivendo la storia come se fosse al fianco del protagonista Elio Germano, indosserà un visore VR, che viene sanificato prima e dopo ogni proiezione. Lo spettatore sarà portato a piccoli passi a confondere immaginario e reale. Grazie alla tecnologia VR sarà portato ad immergersi nell’opera teatrale diventandone parte. Si troverà in sala, in prima fila, insieme agli altri spettatori. Sentirà l’energia della stanza intorno a sé e cercherà lo sguardo di chi è seduto accanto, persino i gesti.
Elio Germano interpreta un attore, o forse un comico, ipnotizzatore non dichiarato, che durante uno spettacolo di intrattenimento, manipola gli spettatori in un crescendo di autocompiacimento, anche verbale, fino a giungere, al termine del suo show, a una drammatica imprevedibile svolta. Portatore di un muto volere collettivo diffuso nell’aria, l’artista da figura autorevole si farà a poco a poco sempre più autoritario, evocando lo spettro di un estremismo di ritorno travestito da semplice buon senso. Appellandosi alla necessità di resuscitare una società agonizzante, tra istanze ecologiste, nazionaliste, socialiste, planetarie e solitarie, mutuali e solidali, tra aneddoti e proclami, tra appelli appassionanti e affondi lirici deliranti, il nostro trascinerà l’uditorio, in un crescendo pirotecnico, a una straniata sospensione tragica fino a condurlo a una terribile conseguenza finale.
Domenica 12 luglio alle ore 21,30 Elio Germano sarà a Palazzo Ducale, ospite di Genova Reloaded, per presentare il film Favolacce dei fratelli d’Innocenzo, vincitore del Nastro d’argento come Miglior Film, Migliore Produzione (ex aequo con Hammamet), Migliore Sceneggiatura, Migliore Fotografia, Migliori Costumi
Elio Germano
Elio Germano, attore e regista, nel corso della sua carriera, ha ottenuto, tra gli altri premi, tre David di Donatello per il miglior attore protagonista per Mio fratello è figlio unico, La nostra vita e Il giovane favoloso. Per La nostra vita ha vinto anche il Nastro d’argento al migliore attore protagonista ed il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes 2010. Nel 2020 ha ricevuto l’Orso d’argento per il miglior attore al Festival di Berlino per l’interpretazione del pittore Antonio Ligabue nel film Volevo nascondermi.
Nato a Roma il 25 settembre del 1980 da una famiglia originaria del Molise (di Duronia, in provincia di Campobasso). La sua prima apparizione su uno schermo è nello spot televisivo di una nota marca di Pandoro, mentre il debutto davanti alla macchina da presa avviene nel 1992 con la commedia di Castellano e Pipolo Ci hai rotto papà, nella quale è un intraprendente ragazzino milanese soprannominato “Cotoletta”. Durante gli anni del liceo scientifico, il futuro attore studia recitazione presso la scuola Teatro Azione, trova un importante maestro in Giancarlo Cobelli, ma lascia le tavole del palcoscenico a favore del set cinematografico quando i fratelli Vanzina gli affidano il ruolo del protagonista nel fortunato Il cielo in una stanza, ambientato negli anni Sessanta. La sua performance lo impone all’attenzione generale, tanto che nel 2001 Ettore Scola lo chiama a impersonare il figlio del personaggio di Diego Abatantuono in Concorrenza sleale. Seguono Ultimo Stadio e la parte di un goffo e ingenuo carabiniere in Respiro di Emanuele Crialese.
L’anno dopo Germano mette a segno Ora o mai più e soprattutto Liberi, di cui è interprete principale – nei panni del ventenne Vince – insieme a Nicole Grimaudo e Luigi Maria Burruano. Il film di Tavarelli aumenta notevolmente le quotazioni di Elio, che diventa presenza costante del nostro cinema. Eccolo infatti lavorare con Giovanni Veronesi per Che ne sarà di noi, con Gabriele Salvatores per Quo vadis, Baby? e con Luca Guadagnino per Melissa P.. Dove però l’attore si dimostra davvero eccezionale è nell’ingiustamente ignorato Sangue, prima regia di Libero De Rienzo e storia di Iuri, ragazzo inquieto che ama la sorella di un amore incestuoso. Per Elio Germano, oltre a Romanzo criminale (che gli regala il personaggio del Sorcio), i film più significativi della decade iniziale degli anni Duemila sono certamente N (io e Napoleone) e Mio fratello è figlio unico. Il primo – diretto da Paolo Virzì- gli porta il Globo d’Oro per il Miglior Attore Rivelazione, mentre il secondo – di Daniele Luchetti, che lo affianca a Riccardo Scamarcio- gli fa vincere il David di Donatello e il Nastro D’Argento. Gli stessi premi Germano li otterrà con un altro lungometraggio di Luchetti – La nostra vita, presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2010 – e con Il giovane favoloso di Mario Martone, biopic dedicato a Giacomo Leopardi che costituisce a tutt’oggi una delle prove più sorprendenti di Elio. Tornando a Paolo Virzì, l’attore lo ritrova sul set di Tutta la vita davanti, che arriva in sala lo stesso anno di Come Dio comanda- film in cui il nostro ritrova Salvatores- e de Il passato è una terra straniera. In quest’ultimo,Elio Germano è un bravo ragazzo che si sta laureando in giurisprudenza che viene traviato da un giovane giocatore d’azzardo con il volto di Michele Riondino. La regia del film è di Daniele Vicari, che dirigerà Germano anche in Diaz.
Nel decennio successivo viene scelto da Ferzan Ozpetek come protagonista di Magnifica presenza, dov’è un pasticcere gay che va a vivere in una casa piena di fantasmi. Di lì a poco rincontra Giovanni Veronesi grazie a L’ultima ruota del carro, per poi recitare – in seguito all’esperienza con Martone- in Suburra, trasposizione dell’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo nel quale è il timido organizzatore di eventi Sebastiano. Un altro film fondamentale è per l’attore Alaska, che gli vale il Globo d’Oro. Con due titoli stranieri all’attivo – Nine di Rob Marshall e il francese La dame dans l’auto avec des lunettes et un fusil, Elio Germano è Francesco d’Assisi ne Il sogno di Francesco, l’interprete principale de La tenerezza di Gianni Amelio con Micaela Ramazzotti, nonché il compagno di set di Fabio De Luigi in Questione di Karma.